“We Food” il primo supermarket dei cibi scaduti
Nel mondo ogni anno vengono buttate 1.300 milioni di tonnellate alimentari, in Italia il dato è di 12 miliardi di euro di cibo sprecato e buttato via. Cifre astronomiche che dovrebbero farci riflettere, soprattutto se si considera che buona parte del cibo che finisce nelle pattumiere è ancora adatto ad essere consumato.
Cibi scaduti, ma, ancora buoni da mangiare, frutta e verdura scartata dalla filiera alimentare perché con aspetto non conforme agli standard, pane e prodotti da forno gettati via perché non possono essere rivenduti il giorno dopo. Tutto questo mentre nel mondo milioni di persone muoiono di fame, per non contare le risorse sprecate per produrre quegli alimenti.
Per combattere lo spreco alimentare e diffondere una nuova cultura del cibo, dalla Danimarca arriva “We Food” il primo supermercato specializzato nella vendita di prodotti scaduti – ancora buoni da mangiare – e le eccedenze alimentari della grande distribuzione a prezzi scontati anche del 30 e del 50%. Gli incassi vengono poi devoluti DanChurchAid, un’associazione che si occupa della lotta alla fame e alla povertà nel mondo.
Ma come vendono prodotti scaduti o cibi che i supermercati getterebbero via? Ebbene sì, forse non tutti sappiamo che in realtà le date di scadenza stampate sugli alimenti non sempre indicano che quel determinato prodotto deperisce dopo tale termine. Imparare a interpretare le date di scadenza riportate sui cibi potrebbe farci risparmiare molti soldi e soprattutto ci eviterebbe di gettare cibo buono nella pattumiera.
Sulle confezioni, infatti, possono esserci due tipi di diciture che precedono la data di scadenza. La dicitura da consumarsi entro indica i prodotti di rapida deperibilità come carni, formaggi, pesce, latte, ecc. In questo caso la data di scadenza andrebbe presa alla lettera, poiché oltre tale data i cibi potrebbero venire contaminati da batteri dannosi per la salute.
La dicitura da consumarsi preferibilmente entro, invece, viene utilizzata per tutti gli alimenti non deperibili. Se la dicitura è seguita dalla data completa, ovvero giorno, mese e anno, allora si hanno ancora tre mesi oltre la scadenza per consumare quel prodotto senza rischi per la salute. Se la data comprende solo mese e anno, allora, si hanno dai tre ai 18 mesi per consumare il prodotto. Nel caso in cui sia riportata solo l’anno, infine, vuol dire che il prodotto può essere consumato entro i 18 mesi successivi.
Quanto cibo abbiamo buttato via inutilmente fino ad ora? Forse è arrivato il momento di cambiare registro, proprio come stanno già facendo in molti altri stati nel mondo.
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