Il successo di un vino? Potrebbe derivare anche dal suo nome
Il successo commerciale di ogni tipo di vino dipende da una serie di fattori. Ora se n’è scoperto uno nuovo, magari scontato e poco analizzato, ma comunque importante. Secondo uno studio condotto da Wine Intelligence, infatti, il nome scelto della bevanda deve essere più semplice e familiare possibile nella pronuncia per convincere il consumatore all’acquisto.
Non si tratta dunque semplicemente di una questione di prezzo, storia, critica degli esperti e denominazione di origine: più è semplice il nome e maggiore sarà la fortuna del prodotto, un concetto che dovrebbero ricordare molti produttori del settore. Vini come il Malbec, Rioja, Merlot e il Pinot Grigio hanno nomi semplici da ricordare e da pronunciare e non è quindi casuale la loro maggiore diffusione rispetto a denominazioni come Agiorghitiko e Kékfrankos, importanti ma impronunciabili.
La ricerca di cui si sta parlando ha preso spunto da 18 nomi inventati di sana pianta e con diverse lunghezze in fatto di sillabe e sonorità: nomi da usare per vini da proporre sul mercato. Circa 900 consumatori residenti negli Stati Uniti e con un potere di acquisto pari a non più di dieci euro a bottiglia hanno sancito la correlazione. I nomi di vini più semplici da pronunciare sono stati quelli più scelti, con una propensione addirittura doppia rispetto a quelli più complicati.
Per citare due esempi su tutti, Miresa ha convinto un quarto dei consumatori interpellati, convinti dalla denominazione semplice e dolce. Al contrario, soltanto l’8% dei potenziali acquirenti si è lasciato convincere da un nome strano come Jiofrax. Che cosa si può evincere da comportamenti di questo tipo e dai risultati dello studio di Wine Intelligence?
Prima di tutto, l’impatto dei marchi del settore non deve essere mai sottovalutato da nessuna prospettiva. L’inconscio spinge la gente a puntare su determinate bevande piuttosto che altre e in un nome può “nascondersi” persino una qualità maggiore. In aggiunta, gli studiosi hanno confermato che per conquistare mercati emergenti e interessanti come il Brasile, il Vietnam, il Messico, la Cina e la Russia le strategie devono essere mirate: i consumatori di questi paesi non hanno grande familiarità con la pronuncia di vini importanti quali il Barolo oppure il Sangiovese.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo